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Il 9 gennaio 1909 Ernest Shackleton, a capo della spedizione Nimrod diretta al Polo Sud - a sole 97 miglia dalla méta - decise di rinunciare alla conquista del Polo per non mettere a repentaglio la vita del suo equipaggio. Tanta lucidità mentale, dopo oltre 800 miglia percorse in 72 giorni di durissima marcia in territori inesplorati e condizioni inenarrabili... mi ha sempre affascinato. Shackleton, quel giorno, dette prova di possedere quel che manca alla società di oggi, massificata, tecnologica, fragile e senza più alcun afflato ideale: la capacità di capire quando si è raggiunto il punto di non ritorno.

Avrei voluto celebrare i 110 anni di quella straordinaria decisione presentando 2034 proprio il

9 gennaio 2019. Non fu possibile, e non fu possibile neanche per il 111°.

Ci sono però riuscito per un'altra data particolare: il 5 gennaio 2022, centenario della morte di Shackleton, a Grytviken, nella Georgia Australe.

In 2034 Shackleton rappresenta la doppia metafora del saper tornare indietro (spedizione Nimrod 1907-1909) e del saper perseverare (spedizione Endurance 1914-1917).

Ho scritto 2034 con approccio ingegneristico definendo gli input, applicando un criterio, e ipotizzando i risultati. Gli input (cronaca, fatti, numeri, statistiche, ineguaglianze, concentrazioni e tendenze) sono sotto gli occhi di tutti. L’output è, vuole essere, nonostante tutto, un messaggio di speranza, un invito a riflettere, a perseverare, a non arrendersi. Vuole essere un atto di fiducia verso la conoscenza umana.
Una delle tesi di
2034 è che sarà l’uso che si farà della tecnologia a trasformare il nostro futuro in una desiderabile utopia o in un’amara distopia, in una opportunità o in un incubo.
"La solitudine è l’imprescindibile compagna del comando, ma l’uomo a cui spettano le decisioni non è poi così solo se chi lo segue non dubita di lui" scrive Shackleton.

E’ proprio quel che in 2034 pensano Sérgej Lvovič Petruševskij, generale russo, e Roger E. Sciacca, ammiraglio americano, nel propugnare un nuovo paradigma che possa dare nuova speranza a questo nostro fragile mondo. Nel farlo si ritroveranno ad unire le loro solitudini di comando per ridare un senso profondo a loro stessi e proporre una nuova via a una umanità ormai non più tanto umana.

In 2034 il metodo Shackleton costituirà pertanto il nuovo paradigma che umani, algoritmi e robot seguiranno, dalla remota base antartica a 88° 23’ Lat S; 162° 00’ Long E, per guidare il pianeta Terra verso un futuro migliore.

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2034 è stato pubblicato il 5 gennaio 2022,
centenario dalla morte di Ernest Shackleton.

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